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L A U R A

Un tatuaggio sbagliato che si trasforma

in una bellissima storia di fiducia.



Nella pagina precedente ho raccontato di quanto per me sia importante l'anatomia di un corpo ed ho esposto un paio di accenni su quanti errori mi sia trovata a fare durante il mio percorso fino ad oggi.

Questo di cui voglio raccontare è quello più intenso vissuto, ed è anche recente!


 

Lavoravo ancora nel vecchio studio qui a Cagliari e mi occupavo di fare qualsiasi tatuaggio "commerciale" o che fosse di "semplice esecuzione" e poi tutti gli altri tatuatori avevano la giornata impegnata, quindi toccava a me farlo.

Era un sabato, c'era il sole e mi ero concessa una sigaretta prima di iniziare a lavorare.

Laura era arrivata in anticipo con il suo fidanzato ed abbiamo iniziato a chiacchierare fuori dalla porta : « caffè? » avevo chiesto.

Ci ritrovammo subito nella stanza in fondo allo studio, quella piccolina e riservata che tanto mi piaceva nonostante la luce naturale non arrivasse fin lì. Riadattandola a modo mio avevo trovato la giusta dimensione per quei 2mq che mi permettevano di accogliere al meglio le persone che si affidavano a me.

Ma torniamo al tatuaggio..

Laura mi aveva commissionato una frase in anglosassone antico ed io, ignorante in materia, avevo semplicemente accettato di farlo.


Errore numero uno : non mi ero minimamente documentata sulla tipologia del tatuaggio che dovevo fare.

Indecise sulla posizione abbiamo discusso a lungo prima di arrivare alla giusta scelta: per la coscia è troppo lungo, per il costato idem e poi è scontato, sul petto ne ho già uno e poi... il lampo di genio!


« Separiamolo! » mi aveva detto

« metà in un braccio e metà nell'altro, sopra il gomito staranno benissimo! »

« Ok! » avevo esclamato « mi piace! »


Avevamo stabilito la grandezza, perfetta anch'essa.

Preparo lo stencil per applicarlo sulla pelle e, dopo averlo diviso mi accingo a prendere le giuste misure sul corpo di Laura e metto la prima parte della frase sul braccio sinistro e... taaac, fatto.

Faccio una foto, gliela mostro, per lei andava bene.

Procediamo con la seconda parte della frase da applicare sul braccio destro ma questo..caspita…! non c'era verso che uscisse dritto, penso di averlo messo e tolto per almeno cinque o forse sei volte!

Poi, finalmente ci sono riuscita, era perfettamente in linea con l'altro.


Errore numero due: non ho controllato che il verso della frase fosse giusto in tutto quel tempo.


Finito il lavoro, dopo svariate chiacchiere sui cover up, su tatuaggi fatti in maniera un pò grossolana, sul modo giusto di inoculare il pigmento il mio ego cresceva perché potevo affermare di aver fatto un buon lavoro.

Ci salutammo: « tornerò sicuramente Ari. »

« ne sono felice, ti aspetto! » le risposi.

Ero davvero felice di come era andata quella giornata lavorativa tanto che alla fine avevamo deciso, insieme alla mia collega Virginia di andare a festeggiare fuori per cena.

E' lì che arrivò la chiamata...

« sono disperata, il tatuaggio è al contrario, 180° rovesciato Ari! »


L ' I N F E R N O .


« Ormai è tardi! Dobbiamo vederci lunedì, passa in studio, ho una soluzione. »

Vi lascio immaginare in che modo passai quel weekend.

Convinta che avrei ottenuto un buon risultato in tempi brevi ci siamo incontrate il lunedì con l'intenzione di iniziare a schiarire il tatuaggio con un pigmento utilizzato nel campo del PMU.

Mi sono scusata, arrabbiata, abbiamo discusso un pò per poi metterci all'opera cercando di sorvolare quell'imbarazzo che all'evidenza era difficile mettere da parte.

Voglio raccontare dei lunghi messaggi vocali che ci siamo scambiate in seguito per studiarci e capire se potevamo fidarci l'una dell'altra.

Alla fine di ogni seduta laser (che ovviamente ho pagato) c'era una lunga chiacchierata telefonica per confrontarci sulle creme da comprare per ripristinare la pelle, insieme alle speranze di un nuovo tatuaggio finalmente fatto nel verso giusto per poi arrivare ai « come stai? Come ti va la vita? ».


Il morale della favola è che alla fine è passato un anno, il tatuaggio è andato via dopo quattro sedute di rimozione ed io sono riuscita a rimetterlo in ordine.


 

Ho guadagnato la fiducia di una persona che piacevolmente sento anche al di fuori del lavoro e che incontro volentieri per un caffè non appena possibile, ho guadagnato sorrisi, lacrime e forse anche qualche maledizione per il lavoro inizialmente svolto con superficialità, ma di una cosa vado fiera e credo che questo rimarrà una costante : l'umanità con cui ho scelto di affrontare questo percorso e l'umanità e la fiducia con cui Laura ha scelto di ricambiare.

Per questo continuerò ad esserle grata.


Gli errori si fanno, tutti ne facciamo,

la differenza sta nell'accettazione dello stesso e nell'azione della soluzione.


 


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